Investire nella valorizzazione della natura e nel risanamento ambientale. Riqualificare il patrimonio immobiliare pubblico e privato, realizzando un piano di ammodernamento tecnologico degli abitati urbani. Si darebbe così un grande impulso all’edilizia che è uno dei motori dello sviluppo economico. Redigere un nuovo codice dell’urbanistica che disciplini i principi fondamentali del governo del territorio, ispirandosi al criterio del minor consumo del suolo ed escludendolo allorché sussistano possibilità alternative di riutilizzo e riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti. Avviare la bonifica integrale dei 57 siti di interesse nazionale, già individuati come inquinati, attraverso lo strumento della partnership pubblico-privata (P.P.P) In tal modo si renderebbero disponibili per il sistema produttivo le aree riqualificate. Assicurarsi che le Regioni si dotino del già previsto Piano dei rifiuti e che prevedano il recupero e la valorizzazione di tutti i componenti dei rifiuti stessi, utilizzando il concorso determinante di finanziamenti europei, per raggiungere, in tempi rapidi, l’autosufficienza dello smaltimento degli RSU e degli RSI. In tal modo, si azzererebbero le sanzioni europee legate al mancato raggiungimento degli obbiettivi di smaltimento e si annullerebbero i circa 5 MD di € di pagamenti, che annualmente vengono effettuati a favore di Paesi dell'U.E. che provvedono allo smaltimento dei rifiuti italiani traendone beneficio. La tutela idrogeologica delle aree montane può essere ripristinata da incentivi e defiscalizzazioni delle attività agricole, zootecniche, artigianali, turistiche e di valorizzazione delle risorse forestali che giustificano e premiano il ripopolamento nei territori più isolati e disagiati.