Stabilire che il C.N.R (Consiglio Nazionale delle Ricerche), adeguatamente riformato, definisca il Piano nazionale pluriennale per lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi, raccordandolo ai programmi europei di sviluppo tecnologico. Prevedere che il Comitato Interministeriale della ricerca scientifica e tecnologica - che fonde le competenze e le professionalità di tutti i dicasteri tecnici ed economici -traduca il Piano in investimenti operativi, riservando due terzi dei fondi disponibili al settore privato delle P.M.I. In tal modo verrebbe razionalizzato il sistema pubblico di ricerca, che sarebbe così orientato alla collaborazione con le imprese private (soprattutto P.M.I.) per le fasi di sperimentazione e di applicazione dei risultati. Detassare totalmente gli investimenti finalizzati ad ottenere brevetti ed innovazioni applicabili alle diverse fasi dei processi produttivi. L’Italia sta ratificando le norme europee che impiantano nella U.E. (a 28 componenti) il regime brevettuale unitario e il sistema di giurisdizione unificata che deve garantirlo. È vitale e strategico che il nostro paese ottenga l’assegnazione in Italia di una divisione nazionale della Corte Centrale che dirime le controversie brevettuali in sede giurisdizionale europea. La sede decentrata italiana si affiancherebbe, legittimamente, a Parigi, Monaco, e Londra che sono già state individuate come Corti periferiche.